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TRENT’ANNI DI FIERA DELLE UTOPIE CONCRETE

TRENT’ANNI DI FIERA DELLE UTOPIE CONCRETE

(7 settembre 2018 – cultura) – Dieci anni di “Parco Alexander Langer” e trent’anni di Fiera delle Utopie Concrete. Cadranno due ricorrenze importanti quest’anno a Città di Castello, dal 13 al 16 settembre, in occasione dell’edizione 2018 del laboratorio permanente per l’elaborazione e la trasmissione di esperienze, soluzioni e conoscenze di sostenibilità ecologica dell’economia e della società. “In tutti questi anni – ha sottolineato in conferenza stampa Karl-Ludwig Schibel, coordinatore della manifestazione – abbiamo portato all’attenzione del territorio tematiche ambientali importanti, spesso all’avanguardia rispetto al dibattito italiano, che sono poi state recepite nel territorio stesso. Ciò è stato possibile anche grazie al supporto dell’amministrazione comunale, che in questi 3 decenni non hai mancato di garantire il proprio sostegno”. Parole di ringraziamento – verso la Fiera delle Utopie Concrete – che sono arrivate anche dal sindaco tifernate Luciano Bacchetta e dall’assessore municipale all’Ambiente Massimo Massetti, i rappresentanti istituzionale intervenuti alla presentazione del programma della Fiera. “Da parte nostra – è intervenuto Bacchetta – auguriamo lunga vita alla Fiera delle Utopie Concrete, per noi un investimento prezioso per la crescita culturale della nostra comunità e del nostro territorio. Se dopo 30 siamo ancora qui a parlare di sfide e di futuro vuol dire che l’idea da cui è nato tutto era giusta”.

L’inaugurazione al Parco Alexander Langer

Nella giornata di apertura della manifestazione, giovedì 13 settembre, l’ideatore della Fiera delle Utopie concrete, il pacifista e ambientalista altoatesino Alexander Langer, sarà ricordato nel parco cittadino che gli è stato intitolato nel 2008, con un omaggio da parte del gruppo teatrale MEDEM, con musiche eseguite dalla Scuola Comunale Giacomo Puccini. “Sono passati 3 decenni anni da quando in un felice incontro tra il sindaco tifernate di allora, Giuseppe Pannacci, e Langer, quest’ultimo propose un’iniziativa eco-culturale a Città di Castello per presentare esperienze e soluzioni di conversione ecologica dell’economia e della società a un pubblico europeo di persone di buona volontà ecologica. Nell’idea e nelle parole di Langer – ha ricordato Schibel – si doveva trattare di una ‘specie di pellegrinaggio europeo, qualcosa come una Santiago de Compostela in chiave ecologica’, che avrebbe portato in Altotevere ogni anno persone, gruppi, imprese alternative, ricercatori e iniziative ecologisti o sensibili al tema e per scambiare esperienze, progetti e conoscenza”.

Conversione ecologica “Modello Altotevere”. La Fiera delle Utopie Concrete rinnova la sfida

Anche quest’anno, durante le quattro giornate della manifestazione, avranno luogo seminari e dibattiti, installazioni interattive, laboratori multidisciplinari, stazioni di lavoro, performance artistiche e spettacoli. “Quando partì il primo ciclo, sugli elementi classici, Acqua, Terra, Fuoco, Aria, l’iniziativa non aveva uguali in Europa e neanche oltre. Le Utopie Concrete – ha proseguito il coordinatore – erano avanti per il loro tempo. Oggi, nel secolo del caos climatico, la questione del degrado dell’intero pianeta si pone con un’ineludibile urgenza, mentre le soluzioni sembrano più distanti in un mondo politico ed economico che continua a seguire delle logiche distruttive”. Che bilancio si può trarre da questi primi trent’anni? “Sarebbe ingenuo voler costruire delle semplici catene di causa – effetto dalle esperienze e soluzioni presentate negli appuntamenti annuali ai progetti realizzati nel territorio altotiberino. La sfida – ha concluso – è un’altra. Le Utopie Concrete hanno scelto un orientamento che si potrebbe chiamare ‘localismo cosmopolita’, cioè rendere esplicito come la trasformazione verso l’era solare potrebbe presentarsi in un territorio circoscritto di mille chilometri quadrati e ottantamila persone. Un territorio in cui si è fermata la perdita della biodiversità, la cementificazione del suolo, il degrado dello spazio pubblico, dove diminuisce l’uso dei pesticidi, aumenta la produzione di energie da fonti rinnovabili, come anche la mobilità in bicicletta e a piedi, dove i giovani trovano opportunità di lavoro e di vita paragonabili a quelle dei genitori per poter continuare di far parte e dare il loro contributo alla comunità valtiberina”.

I diversi linguaggi dell’arte raccontano le idee di Alexander Langer alla Fiera delle Utopie Concrete 2018

Raccontare, attraverso i linguaggi dell’arte contemporanea, tra sperimentazione e innovazione, i valori e le idee di Alexander Langer. La Fiera delle Utopie Concrete torna dal 13 al 16 settembre a Città di Castello, e anche per l’edizione di quest’anno – quella del trentennale – lo fa affiancando al programma di incontri e dibattiti un ricco cartellone di appuntamenti tra musica, teatro e arti visive, dedicati al pensiero del fondatore della manifestazione. “L’incontro e l’interazione tra generi diversi – ha spiegato Sabrina De Mercurio, co-ideatrice del programma – è il filo conduttore delle nostre proposte, che vogliono essere una rilettura contemporanea e coinvolgente delle idee di Langer”. Si parte giovedì 13 settembre, alle 18, con l’omaggio a Langer nel parco cittadino a lui intitolato: le letture a cura della compagnia teatrale MEDEM – tratte da Il viaggiatore leggero (Sellerio editore), volume che raccoglie articoli e racconti del pacifista e ambientalista altoatesino – saranno accompagnate dalle musiche eseguite dalla scuola comunale di Città di Castello “Giacomo Puccini”. Venerdì 14 settembre, alle 20.30, nel Chiostro di San Domenico Michele Mandrelli proporrà la performance “Elementi in regressione”, un viaggio audiovisivo sull’interazione tra uomo e natura, in cui la tecnologia digitale e l’ingegneria del suono si associano ad acqua, fuoco, terra e aria, i 4 elementi a cui venne dedicato il primo ciclo della Fiera delle Utopie Concrete, tra il 1988 e il 1991. Sabato sera, alle 21.30, per celebrare il trentennale della Fiera il Chiostro di San Domenico ospiterà invece “Utopie Sonore”, dj set dedicato all’incontro tra musica elettronica e world music a cura dell’Associazione Culturale Dancity. Infine, doppio appuntamento domenica 16 settembre: alle 18 al teatro degli Illuminati andrà in scena lo spettacolo di burattini “Terra chiama Tommy”, a cura di Politheater, in cui le scenografie galattiche e la colonna sonora di David Bowie accompagneranno i protagonisti in un’avventura per sensibilizzare il pubblico sul tema del rispetto dell’altro e delle differenze. Dalle 17, invece, prenderà il via “Porte aperte”, originale performance itinerante a cura di Sara Lusini (Arci Perugia), che porterà i partecipanti alla scoperta di alcune “case speciali” nel centro storico di Città di Castello. Quattro tappe – un appartamento di richiedenti asilo, la casa di un pittore, quella in cui vive una coppia di musicisti e infine l’abitazione in cui risiede da molti anni una famiglia di origini tunisine – con altrettante “sorprese artistiche”, che permetteranno di esplorare da vicino quattro modi di vivere il quotidiano in città, rivolgendo l’attenzione ad argomenti più che mai attuali: integrazione, solidarietà, arte e cultura.