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UOMINI (E API), NEL ROMANZO D’ESORDIO DI LORENZO LANARI L’AVVENTURA DI TROVARE IL PROPRIO POSTO NEL MONDO

UOMINI (E API), NEL ROMANZO D’ESORDIO DI LORENZO LANARI L’AVVENTURA DI TROVARE IL PROPRIO POSTO NEL MONDO

(cultura – 7 settembre 2020) Diventare operaie o nutrici, ceraiole o fuchi destinati a un veloce sacrificio: come le api, anche gli esseri umani devono cercare il proprio destino, e costruire il proprio posto nel mondo. Racconta il complesso processo di maturazione di una persona Il volo dell’ape, esordio letterario di Lorenzo Lanari, edito da Graphe.it, che verrà presentato giovedì 10 settembre alle 18.30 a Perugia, in via del Carmine, nell’ambito della rassegna Letteratura in piazzetta promossa da Il Moderno – Ristorante. Docente di Spagnolo, direttore didattico della Scuola Superiore per Mediatori Linguistici di Perugia e dottorando presso l’Università di Soria, Lorenzo Lanari dialogherà con Francesco Bonaduce, giornalista perugino con base in Umbria e parentesi di vita in giro per l’Italia e nel mondo.
Il volo dell’ape racconta la storia di Michele Panelli, che cresce fra le api, creature misteriose la cui organizzazione si basa su ruoli e comportamenti definiti. “Questo non è però un romanzo che parla di insetti – spiega l’autore – ma di persone. Il protagonista, ragazzo impacciato e immaturo, scoprirà pian piano nascosta in sé l’ape bottinatrice, quella che viaggia lontano lungo una mappa che nemmeno sapeva di conoscere, e che riporta poi sempre a casa. Michele, fra semplici avventure e tragedie sfiorate, incontrerà la sua regina e con lei costruirà un alveare della sua esatta misura. Come le api hanno un’organizzazione gerarchica che si sviluppa nella crescita esistenziale e maturano nella crescita, così il personaggio del romanzo passa dalla spensieratezza della gioventù alla maturità, condivide esperienze con amici e conoscenti, cresce grazie agli insegnamenti della vita fino a giungere alla vita adulta”. Un racconto ispirato al vissuto dell’autore, anche se “la vita di Michele, il protagonista, pur rappresentandomi in molti aspetti – prosegue Lanari – non è del tutto uguale alla mia. Certo, molte delle esperienze che descrive hanno l’aroma del vissuto, un vissuto affascinante e indimenticabile, ma è solo un aroma, non un ritratto fedele. Lavoro con i giovani universitari e quando li guardo mi ritrovo ad assaporare le stesse sensazioni che io vissi a suo tempo, per questo ho sentito la necessità di descrivere qualcosa che facesse da ponte tra il mio passato e il presente di questi ragazzi, un modo per accompagnarli nella loro tappa attuale e provare ad anticipare quello che verrà dopo un periodo della loro vita così intenso e frizzante”.