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Perugia. Autonomia differenziata e principi costituzionali: la Costituzione è a rischio?

Perugia. Autonomia differenziata e principi costituzionali: la Costituzione è a rischio?

(politica – 15 febbraio 2023) Autonomia differenziata e principi costituzionali: un tema molto dibattuto in sede politica e mediatica nazionale di cui si parlerà sabato 18 febbraio, dalle 10, alla Sala dei Notari di Perugia, in un incontro pubblico promosso dai gruppi consiliari Idee Persone Perugia e Movimento 5 Stelle, rappresentanti di minoranza al Consiglio Comunale di Perugia, a complemento della presentazione di uno specifico Ordine del giorno già sottoposto al vaglio della 1^ Commissione Consiliare.

Dopo l’introduzione di Fabrizio Croce e Francesca Tizi, presidenti dei due gruppi consiliari promotori, interverranno i giuristi Gaetano Azzariti, docente di Diritto Costituzionale all’Università La Sapienza di Roma e presidente della associazione Salviamo la Costituzione, e Mauro Volpi, costituzionalista e membro del Coordinamento per la democrazia costituzionale, e i parlamentari Emma Pavanelli, deputata del Movimento 5 Stelle, e Giuseppe De Cristofaro, senatore dell’Alleanza Verdi-Sinistra. L’incontro è pensato per la cittadinanza che vuole informarsi su una materia così complessa e tecnica, ma allo stesso tempo è anche di grande valore formativo per gli addetti ai lavori, tanto che i partecipanti all’incontro iscritti all’Ordine degli Avvocati potranno chiedere il riconoscimento di crediti formativi inviando entro il giorno prima una mail all’indirizzo a f.tizi@comune.perugia.it.

Cos’è l’autonomia differenziata

La cosiddetta “autonomia differenziata”, nell’ambito di alcune materie previste dalla Costituzione (art. 117), è un concetto che la stessa legge fondamentale dello Stato ammette e regolamenta (art. 116) all’interno dello stesso quadro normativo che già riconosce una “autonomia speciale” ad alcune regioni italiane. Il tema è divenuto di particolare attualità in seguito alla richiesta di “devoluzione”, avanzata formalmente già da qualche anno da alcune regioni dell’Italia centro-settentrionale e supportata in seno all’attuale governo dal Disegno di Legge a firma del ministro per gli Affari regionali e le Autonomie Roberto Calderoli, che muove da una interpretazione estensiva di questo ultimo articolo rispetto alla azione delle Regioni “a statuto ordinario”.

Quasi contestualmente in ambienti tecnico-politici molto trasversali è scattato l’allarme sul rischio oggettivo di stravolgimento dei principi costituzionali che tale iniziativa potrebbe produrre. Lo scorso anno, il Coordinamento per la Democrazia Costituzionale, che rappresenta numerosi autorevoli giuristi italiani, ha lanciato su scala nazionale un Disegno di legge di iniziativa popolare per la modifica degli artt. 116 e 117 della Costituzione, a sostegno del quale ha avviato una raccolta firme – che si chiuderà in aprile – per la quale alcuni partiti politici di opposizione in Parlamento (Alleanza Verdi-Sinistra e Movimento 5 Stelle), varie amministrazioni comunali ed alcune sigle sindacali hanno attivato su tutto il territorio nazionale un’opera di informazione, sensibilizzazione e petizione.