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I panorami sonori della musica contemporanea protagonisti a Perugia con il Festival Orizzonti

I panorami sonori della musica contemporanea protagonisti a Perugia con il Festival Orizzonti

Opificio Sonoro_Marco Momi_© Giacomo D'Angelo PARTICOLARE

(cultura – 8 aprile 2024) È l’immagine – e gli universi poetici che questa parola evoca – la protagonista del Festival Orizzonti Spring 2024, seconda parte della quinta edizione della rassegna musicale dedicata ai linguaggi della contemporaneità, curata da Marco Momi, compositore, e promossa dalla Fondazione Perugia Musica Classica onlus in collaborazione con il collettivo di musicisti di Opificio Sonoro (info e biglietti: perugiamusicaclassica.com – 0755722271).

Giovedì 11 e venerdì 12 aprile, alle 20.30, all’Auditorium Santa Cecilia di Perugia il Festival proseguirà idealmente dalle suggestioni dei due appuntamenti autunnali – i concerti novembrini Frames e Micro Macro – con i 12 solisti di Opificio Sonoro e ospiti come la cantante Niki Lada e il violoncellista Claudio Pasceri.

Il programma

Si parte con un omaggio alla compositrice finlandese Kaija Saariaho recentemente scomparsa, di cui verranno proposti il brano Die Aussicht e “alcune pagine per flauto ed elettronica e per ottavino – sottolinea Momi – che fanno parte del suo alto testamento artistico, come Noa Noa e Dolce Tormento, in un succedersi di pezzi pensato come alternanza di scene madri cinematografiche”. Le penitenze del gioco d’infanzia Dire Fare Baciare Lettera Testamento – questo il titolo del concerto di giovedì – saranno le guide d’ogni scena tra l’interrogazione del dire delle Récitations, di Georges Aperghis, le lettere intrecciate (Les Lettres Enlacées III) di Michaël Levinas, il bacio di Johann Sebastian Bach a un fratello lontano riletto da Simon Steen-Andersen, il fare materico di Vittorio Montalti (Dialoghi con la materia) o le “parole ad uso” (L’usage de la parole) di Franck Bedrossian.

Venerdì 12 aprile il concerto Screen Flickering Noises “sposta il fuoco dall’immagine in sé al supporto attraverso il quale abitualmente la osserviamo. Lo schermo – prosegue il direttore artistico del Festival – non è una superficie neutra, è un filtro e un mezzo dotato di storia e di vizi, un dispositivo soggetto a innovazione e a rotture. Una superficie generalmente piatta che a dire d’osservarla bene possiamo anche vedervi il nostro stesso riflesso, fuso con il proiettato. Uno specchio che ci sovrappone alla narrazione della nostra società”. Lo schermo moltiplicato come esposizione delle nostre diverse personalità (Five Screens di Vittorio Montalti) o come attrazione sociale per i nuovi concetti di “piazza” e di uno stare Insieme (Luca Francesconi). Della televisione domenicale raccontano Sofia Gubaidulina e Fausto Romitelli, con l’iconografia proiettata del rito religioso (In croce) e della noia del trash condiviso con i parenti sul divano di casa (Trash TV Trance e Domeniche alla periferia dell’impero). “Sono queste le domeniche dal cuore periferico – conclude il direttore artistico del Festival Orizzonti – un punto topografico lontano dall’impero che appartiene ormai alla geografia dell’altrove”.