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VERITÀ PER TONY, IL COMITATO CHIEDE DI FAR LUCE SULLA MORTE DEL GIOVANE CAPORALE “SUICIDATO”

VERITÀ PER TONY, IL COMITATO CHIEDE DI FAR LUCE SULLA MORTE DEL GIOVANE CAPORALE “SUICIDATO”

12939691_10208907744999197_921041376_n(cronaca) – Antonino Drago, giovane caporale dell’esercito italiano, è stato trovato morto la mattina del 6 luglio 2014 nel cortile della caserma dei Lancieri di Montebello di Roma, dove prestava servizio. Tony – così era chiamato da tutti – aveva 25 anni. La spiegazione della morte del militare siracusano, da subito derubricata da fonti ufficiali come “suicidio”, non ha mai convinto amici e familiari, per una lunga serie di incongruenze e aspetti poco chiari emersi subito dalle primissime indagini successive alla tragedia. Per questo, mercoledì 13 aprile il Comitato “Verità per Tony” si ritroverà a Roma, dalle 10, davanti agli uffici della Procura della Repubblica, in via Golametto, per chiedere al Giudice per le Indagini Preliminari – che proprio in quelle ore valuterà la richiesta in merito del Pubblico Ministero – di non archiviare il caso. Perché sono tanti gli elementi che fanno dubitare sulla versione ufficiale, come ben dimostrato anche dalle indagini giornalistiche condotte in questi mesi da alcune trasmissioni televisive (su tutte Chi l’ha visto?). A partire dalle testimonianze rese a caldo dai commilitoni, verbalizzate tutte alla medesima ora e in termini perfettamente coincidenti. Per non parlare poi della presenza, sul corpo di Tony, di ferite difficilmente riconducibili alle conseguenze di una caduta dal terzo piano, come una ferita alla testa e profondi graffi sulla schiena vecchi di tre o quattro giorni. Cosa stava succedendo, in quei giorni, in Caserma? Solo un testimone-chiave, intervistato dai giornalisti di Chi l’ha visto?, aveva ricevuto le confidenze di Tony, che gli disse di essere stato aggredito di notte nel suo letto in caserma a fine giugno, e di aver riconosciuto le voci di due suoi commilitoni. Perché non è stato mai condotto un esame tossicologico né un prelievo di tessuti o epidermide? Perché non si sono rispettate le procedure riferibili al reperimento, secondo legge, delle prove all’interno dei luoghi in cui il caporale avrebbe trascorso le ultime ore della sua vita, primo fra tutti il suo armadietto personale? Perché c’è voluto un anno per poter prendere visione degli esiti degli accertamenti tecnici? Senza avere prima queste risposte, la famiglia del caporale Antonino Drago si oppone all’archiviazione del caso, e per questo il Comitato “Verità per Tony” si troverà a Roma, mercoledì, per chiedere a gran voce che si proceda con le indagini e gli interrogatori anche sulla base degli elementi emersi in questi mesi. Perché è difficile non pensare che in quella caserma quella notte sia successo qualcosa, e che Tony sia stato – più o meno volontariamente – ucciso. Da chi? Perché? Il caso non si può archiviare.

Per saperne di più: Servizio di Chi l’ha visto? del 16/12/2015

http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-64427dde-5c7a-4338-a360-1babdacd1d96.html